Mettere insieme delle brutte persone come Nicola DeGobbis e Roberto Recchioni raramente è una buona idea. Tre stagioni di Drawings & Dragons lo possono dimostrare chiaramente. Ma succede delle volte che le parti migliori di queste persone si uniscano per dare forma a qualcosa di bello: è così che da un autore e un editore arriva CAMPFIRE.

CAMPFIRE nasce da un’idea di Roberto Recchioni, fumettista, scrittore, erede di Tiziano Sclavi sulle pagine di Dylan Dog, ed è un GdR sporco e cattivo basato sul concetto del Prova, Muori, Riprova dove i personaggi protagonisti dovranno affrontare sfide ardue che li porteranno a impiegare diversi tentativi per superare i loro ostacoli, mettendo ogni volta in gioco la loro stessa vita.
Roberto Recchioni si occuperà di scrivere storia, ambientazione, regolamento del gioco e della realizzazione della parte artistica. La squadra di NEED GAMES! lo affiancherà nella parte editoriale e di game design, oltre che pubblicare il gioco in Italia e all’estero.
Roberto aveva già parlato di CAMPFIRE in un’intervista rilasciata a WIRED (che potete recuperare completa qui), e ne mettiamo unos stralcio qui sotto:
Come nasce l’idea di scrivere il manuale di un gioco di ruolo?
“Campfire è il mio passion project, un gioco di ruolo di cui curerò personalmente ogni singolo dettaglio: sto scrivendo il regolamento, disegnando le illustrazioni, mi occuperò del playtesting e anche del lettering. Gioco da quando avevo 12-13 anni, ci sono stati periodi in cui mi sono allontanato, ma ultimamente sono tornato a dedicarmi ai Gdr con forte costanza grazie al progetto Drawings & Dragons. Inizialmente Campfire era pensato per essere giocato con gli amici, poi come spesso succede la passione diventa un lavoro…”.
Come funziona il gioco?
“È un gioco di ruolo che prende piede dal rinascimento in atto degli RPG old school, vecchia scuola, ma non dogmatico come vuole la tendenza attuale. Si basa sulla fusione di alcuni concetti semplici, e come meccaniche non è più complesso della classica scatola rossa di Dungeons & Dragons. I protagonisti vivono in un’ambientazione che permette loro di morire e riprovare le stesse situazioni, un po’ come succedeva nei film Ricomincio da capo o Edge of Tomorrow. Il tasso di mortalità è molto, molto alto, ma tentare, morire e riprovare diventano la chiave per risolvere le sfide. Anche i classici punti esperienza non esistono, è il giocatore che fa esperienza imparando quel che non ha funzionato, acquisendo la consapevolezza di quello che succederà”.
Cosa sono i campfire che danno il nome al gioco?
“Sono dei falò che, in modo simile a quanto accade nel videogioco Dark Souls, fanno da punto di salvataggio. Possono essere accesi dal master o dai giocatori, quando ne trovano uno. Se vengono attivati il passato si fissa e tutto quello che è accaduto sino a quel momento diventa immutabile. Questo pone anche un dilemma ai giocatori: salvare i progressi al campfire, o riprovare ancora la sessione per ottenere un esito migliore?”.
